La famiglia chetogena

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Il team medico, esaminata la storia clinica di vostro figlio e numerosi altri fattori, come prima cosa sceglierà il tipo di dieta chetogena adatta per lui. La dieta chetogena è infatti in realtà una famiglia di diete, che differiscono tra loro nei mezzi per arrivare e mantenere la chetosi.

La dieta chetogena classica è nata intorno al 1920. In questa dieta tutti i parametri nutritivi sono mantenuti sotto stretto controllo, e ogni cibo va pesato.

La dieta chetogena Aktins modificata è una variante della dieta classica, sviluppata al John Hopkins Hospital di Baltimora dall’equipe del dottor Kossof negli anni ’90; la base di partenza è una dieta dimagrante (la Atkins appunto), adattata e resa strettamente chetogena. Nella dieta Atkins modificata non si pesano tutte le quantità, ma vengono tenuti sotto controllo unicamente i carboidrati.

La dieta chetogena MCT, sviluppata negli anni ’60, introduce nella dieta una parte di grassi formati  da acidi grassi a catena media (in inglese Medium Chain Triglicerides, MCT). Le più comuni forme di grasso (olio e burro), sono costituiti da acidi grassi a catena lunga (Long Chain Triglicerides, LCT); i grassi che contengono MCT, molto pochi in natura, hanno un maggior effetto chetogeno rispetto agli LCT. La conseguenza di questa proprietà degli MCT, è che in questa dieta c’è “spazio” per una maggiore quantità di carboidrati, e quindi per una maggiore varietà dei cibi.

Anche nella dieta chetogena LIGT (Low Glicemic Index) la quantità di carboidrati ammessa è maggiore, ma i soli carboidrati ammessi sono quelli a basso indice glicemico. L’indice glicemico misura l’effetto sulla glicemia dei diversi tipi di carboidrati. A parità di peso, un carboidrato con un indice glicemico alto causerà un forte aumento della glicemia, mentre un carboidrato con indice glicemico basso causerà un ridotto aumento della glicemia.

La nostra esperienza è relativa alla dieta chetogena classica, quindi tutto il blog si riferisce in particolare a questo tipo di dieta.


LibriINIZIARE LA DIETA

 

Il team medico comincerà a fare un diario alimentare di vostro figlio, individuando il suo fabbisogno calorico; poi si comincerà a portarlo in chetosi (in maniera graduale a casa, o più rapidamente in ospedale), aumentando progressivamente la percentuale di grasso nei cibi.

Nel nostro caso, un approccio graduale è stato utile sia per nostro figlio che per noi: lui ha avuto il tempo di abituarsi a cibi nuovi, e noi abbiamo iniziato a prendere le misure con la dieta con un approccio meno restrittivo.

Da questa prima fase (che potrà durare due o tre giorni in ospedale, o più giorni in casa), si vedrà la reazione metabolica di vostro figlio alla dieta, se cioè il suo metabolismo reagirà subito alla dieta producendo chetoni, o se invece è necessario aumentare la percentuale di grassi per arrivare a una chetosi stabile. Il team calcolerà per vostro figlio una formula giornaliera specifica, come questa:

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Il primo numero è la quantità di Kcalorie giornaliere che vostro figlio dovrà assumere. I seguenti tre numeri  sono le quantità giornaliere in grammi dei nostri tre gruppi di molecole: grassi, carboidrati, proteine.

Le quantità in grammi di nutrienti non sempre equivalgono alle quantità in grammi degli alimenti; qualche esempio: 1 grammo di burro = 0,8 grammi di grasso, ma 1 grammo di olio = 1 grammo di grasso; 1 grammo di zucchero = 1 grammo di carboidrati, ma 1 grammo di miele = 0,8 grammi di carboidrati.

Il quinto numero è molto importante, si chiama ratio o rapporto chetogenico. La ratio è molto semplice da calcolare; basta dividere la quantità di grassi per la somma delle quantità di carboidrati e proteine (fate pure la prova…).

Come esercizio a casa, abituatevi a calcolare la ratio degli alimenti industriali che comprate al supermercato, leggendo le etichette!

Quanto più alta è la ratio, quanto più grassi saranno i cibi; una dieta con una ratio 2:1 è sempre molto grassa, ma proteine e carboidrati sono comunque presenti in quantità significative, il che rende più facile preparare i cibi; una dieta “classica” con ratio 4:1 è più impegnativa: avrete bisogno di tutta la vostra fantasia per cucinare dei manicaretti!

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La Chetosi

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Il processo che regola il metabolismo durante una dieta chetogena si chiama chetosi. La dieta chetogena induce il corpo a essere stabilmente in chetosi. Quando il corpo è in chetosi, il fegato produce delle molecole chiamate chetoni; i chetoni passano prima nel sangue, e poi vengono espulsi con le urine.

La chetosi può essere più o meno intensa, a seconda di moltissimi fattori anche non direttamente legati al tipo di cibo (l’attività fisica intensa o assente, la presenza di infezioni, l’assunzione di troppe o troppo poche calorie), e varia nel corso della giornata.

Per misurare la chetosi, misuriamo la concentrazione dei chetoni, o nelle urine o nel sangue. Tutti i bambini che seguono una dieta chetogena per l’epilessia controllano la chetosi almeno due volte al giorno, soprattutto nei primi mesi della dieta.

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kit per la chetonemia

COME SI MISURA LA CHETOSI?

Misurare la chetosi nelle urine (chetonuria) significa praticamente bagnare di pipì un piccolo tester, che si colorerà in maniera più o meno intensa, e darà una misura indiretta della chetosi (di solito da 0=nessuna chetosi a ++++=chetosi molto alta).

La misurazione nelle urine non è molto precisa, e soprattutto non fotografa il momento nel quale fate la misurazione, ma la situazione di qualche ora prima (perchè ci vuole qualche ora a produrre le urine). Misurare la chetosi nel sangue (chetonemia) significa usare un tester come quello della glicemia: una piccola “penna” con un aghetto per prelevare una goccia di sangue:

http://www.menarinidiagnostics.it/Prodotti/autocontrollo_diabete/Dispositivi-per-digitopuntura

e una striscetta reagente collegata ad un misuratore:

http://www.menarinidiagnostics.it/Prodotti/autocontrollo_diabete/GlucoMen-LX-Plus

Il misuratore darà un valore numerico (tipo 1,2 oppure 3,5); quando la chetosi supera un certo livello (7 e oltre), di solito il misuratore dà un segnale di “chetosi alta”. I vantaggi della misurazione nel sangue sono la precisione e soprattutto il fatto che vi dà la fotografia esatta del momento nel quale misurate. Di solito il misuratore viene fornito gratuitamente

http://www.menarinidiagnostics.it/Pazienti

mentre le striscette sono molto care (oltre 2 euro l’una!), ma sono prescrivibili (dedicheremo un prossimo post alle peripezie per farsi prescrivere il necessario per la dieta!)

Misurare la chetosi sarà parte stabile della giornata di vostro figlio: di solito due volte al giorno, ma nel primo periodo e in casi particolari (malattie, inappetenza, vomito etc.) anche più volte al giorno.


VALORI DELLA CHETOSI

La risposta di ogni bambino alla dieta è diversa, anche e soprattutto a livello metabolico: lo stesso tipo di dieta può portare in chetosi un bambino, ma non riuscire ad indurre la chetosi in un altro. Una chetosi troppo bassa può compromettere l’efficacia della dieta (e quindi ridurre il controllo delle crisi), una chetosi troppo alta può essere pericolosa, oltre a poter indurre anch’essa delle crisi epilettiche.

Dopo i primi giorni di assestamento, il vostro team vi dovrà indicare i valori minimi e massimi della chetosi tra i quali vostro figlio dovrà oscillare perchè la dieta abbia efficia ottimale. Il team vi darà anche le procedure per abbassare rapidamente la chetosi ove fosse necessario (di solito dando una quantità prestabilita di carboidrati sotto forma di succo di frutta, o frutta o zucchero).

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Orientarsi nella dieta chetogena

La dieta chetogena è una dieta medica, che può essere prescritta e seguita solo da un equipe medica specializzata: non fate mai la dieta chetogena da soli, potreste provocare effetti indesiderati anche molto gravi.

Premesso questo punto fondamentale, speriamo che questa piccola guida a puntate, scritta da una famiglia che si è costruita nel tempo un’esperienza sul campo, vi sarà utile a trovare la vostra strada nella dieta.

IL CIBO E I MACRONUTRIENTI

Tutti gli alimenti che costituiscono il nostro cibo, una volta tolta l’acqua, sono formati principalmente da tre famiglie di molecole: i carboidrati, le proteine, i grassi; ci sarebbe anche una quarta famiglia, che, per ovvie ragioni non ci interessa: gli alcooli.

La prima cosa da ricordare è che gli zuccheri sono dei carboidrati.

Ogni alimento è composto principalmente da questi tre gruppi di molecole, in percentuali diverse; quasi sempre sono presenti tutte e tre le molecole, ma ci sono anche cibi che ne contengono un solo tipo (per esempio l’olio contiene solo grassi, mentre lo zucchero contiene solo carboidrati).

Quando mangiamo, gli alimenti ci forniscono come prima cosa energia: la quantità di energia sviluppata da un alimento si misura in KiloCalorie (Kcal).

Le molecole di grasso forniscono più del doppio dell’energia fornita sia dalle proteine, che dai carboidrati. Infatti 1 grammo di grassi sviluppa 9 Kcal, mentre 1 grammo di carboidrati o di proteine sviluppano entrambi 4 Kcal.

La dieta chetogena per l’epilessia è una dieta leggermente ipocalorica (cioè con un apporto calorico leggermente ristretto), composta per la maggior parte di grassi, con un corretto apporto di proteine e un ridottissimo apporto di carboidrati.

La dieta chetogena per l’epilessia non è una dieta iperproteica, ed è molto diversa dalle diete chetogene dimagranti che in questi tempi sono molto in voga.


LA PRODUZIONE METABOLICA DI ENERGIA

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Il nostro corpo brucia energia, anche quando stiamo fermi o dormiamo; per compensare l’energia che bruciamo abbiamo bisogno di mangiare, così che il cibo si possa trasformare in nuova energia.

Normalmente trasformiamo in energia soprattutto i carboidrati, mentre i grassi  sono immagazzinati nel corpo come riserve di energia. Quando digiuniamo, il nostro corpo brucia l’energia delle riserve di grasso, cambiando il proprio metabolismo.

La dieta chetogena rende stabile questo metabolismo di emergenza, dando al corpo l’illusione di essere a digiuno (perchè assume pochissimi carboidrati); il controllo della quantità di calorie assunte è necessario per bruciare tutti i grassi presenti nel cibo chetogeno, senza che si acquisti peso.

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Come si fa un diario della dieta chetogena?

Uno degli aspetti più impegnativi della dieta chetogena è quello di tenere un diario della dieta. Uno strumento che consenta di dare al dietista le informazioni sull’andamento della dieta e, contemporaneamente, rendere più semplice l’organizzazione quotidiana.

Questo è il metodo che usiamo noi. All’inizio di ogni settimana stampiamo i menù giornalieri (primo allegato) che teniamo appesi in cucina. Su questi, scriviamo a penna le cose fatte, la misurazione della chetonemia, eventuali cambiamenti. Questo rende più semplici anche gli approvvigionamenti, e consente anche di poter “passare il testimone” ad un’altra persona che con noi segue la dieta del bambino. A fine giornata riportiamo i dati sul file digitale (secondo allegato) che inviamo alla dietista ogni settimana.

Sulla base di queste informazioni la dietista è in grado di guidarci nella continua messa a punto della dieta.

E’ importante dire che questi file rappresentano solo un esempio, costruito sulla base delle specifiche esigenze di nostro figlio, in base all’età, al peso, all’attività fisica e alla sensibilità individuale verso la dieta che può variare molto. La dieta chetogena è un trattamento medico che può essere fatto solo sotto la supervisione di specialisti.

menù giornate da stampare

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