12.000 visite nel 2015!

12.000 visite nel 2015! Grazie a tutti voi e buon ketoanno da KETOGOURMET

Ecco un estratto:

La sala concerti del teatro dell’opera di Sydney contiene 2.700 spettatori. Questo blog è stato visitato circa 12.000 volte in 2015. Se fosse un concerto al teatro dell’opera di Sydney, servirebbero circa 4 spettacoli con tutto esaurito per permettere a così tante persone di vederlo.

Clicca qui per vedere il rapporto completo.

KETOGOURMET presenta: Biscotti al Cioccolato con olio di cocco!!

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Ancora biscotti!  Una ricetta semplicissima e veloce, i CoccoCIOK, biscotti al cioccolato a base di olio di cocco.

Gusto intenso, consistenza morbida…….ottimi per la merenda a scuola!

Ecco la ricetta da scaricare:  CoccoCIOK

 

Ma se volete sapere di più sull’olio di cocco, ecco qualche informazione

I grassi alimentari sono costituiti per la maggior parte da lunghe catene di trigliceridi (LCT, Long Chain Triglicerids), mentre l’olio di cocco è l’unico olio naturale a catena media (MCT, Medium Chain Triglicerids).

I grassi MCT vengono assorbiti dal nostro organismo in una maniera particolare, entrando in circolo molto più rapidamente; il potere chetogenico dei grassi MCT è quindi maggiore degli altri grassi (non a caso esiste una dieta chetogena specifica, chiamata proprio dieta MCT).

L’olio di cocco ha poi un’altra qualità molto utile nella cucina chetogena: tende ad addensarsi; è infatti un grasso saturo, e sotto i 24° si presenta come una pasta, e quindi aiuta a preparare cibi molto grassi che siano anche compatti.

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Aumentare l’apporto di Omega 3 con l’olio di colza!?! Ma non si metteva nel motore?

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Di ritorno dall’Inghilterra dopo la visita di controllo semestrale, ci mettiamo al lavoro per tradurre in ricette gli aggiustamenti della dieta: bisogna diminuire i grassi animali e bilanciare meglio gli acidi grassi.

L’indicazione è di usare un certo olio di semi, il “grapeseed oil”. “Ah certo, l’olio di vinacciolo: lo conosciamo, ci hanno già detto che è ottimo”. Appena tornati in Italia ci precipitiamo a comprarne una bottiglia al negozio biologico e, non contenti, ne ordiniamo altre due su Internet,  da un produttore che ne fa un tipo pressato a freddo.

Alla prima mail però si chiarisce l’equivoco: non era “grapeseed oil”, ma…. “rapeseed oil”! Ma che razza di olio è? Per fortuna basta digitare su Google traduttore per avere il risultato: OLIO DI COLZA!

Inizia una seconda frenetica ricerca: l’olio di colza non si trova da nessuna parte, neanche su Internet; addirittura sembra che l’olio di colza sia fuorilegge in Italia, che non possa essere usato come olio alimentare, ma solo come lubrificante nei motori!

Ma farà male? Leggi e rileggi, vengono fuori alcune notizie interessanti, che vogliamo condividere con voi.

L’olio di colza da noi ha una bruttissima fama, di oliaccio di pessima qualità, guardato con sdegno dagli estimatori dell’olio di oliva. Scopriamo che, in effetti, fino a qualche tempo fa, conteneva una sostanza, l’acido erucico, dannosa per l’organismo. Da qui il bando come olio alimentare in Italia.

Negli anni ’70 in Canada hanno però selezionato una nuova pianta di colza, priva di acido erucico, e hanno cominciato a produrre un olio particolare, il CANadian Oil Low in Acid, come a dire l’olio…CANOLA.

Ecco finalmente trovato l’olio di tante ricette americane, sul quale avevamo sempre sorvolato

Poi cerchiamo ancora e viene fuori che, soprattutto in Inghilterra e Germania, da alcuni anni il “nuovo” olio di colza, estratto dalla pianta priva di acido erucico, è stato riscoperto, anzi è diventato un super-olio, presentato come extra-vergine!

Guardate qua:

Just Rapeseed

Supernature

A questo punto ordiniamo anche noi la nostra dose di olio di colza…e vi diamo appuntamento con le nuove ricette del nostro Ketogourmet!

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E PER MERENDA? CAVOLI!images-1

Ma perché, tra tanti buoni olii, bisogna complicarsi la vita proprio con l’olio di colza?

Per rispondere, sono necessarie alcune informazioni su una categoria di molecole che avrete sicuramente già sentito nominare: gli acidi grassi essenziali. Non li avete mai sentiti nominare? Impossibile, ogni giorno siamo bombardati da pubblicità di cibi che contengono un’altissima percentuale di omega-3… ecco, sono loro!

In brevissimo, diciamo che gli acidi grassi essenziali (che cioè possiamo prendere solo dal cibo, perchè il nostro metabolismo non li può produrre da solo), sono molto importanti per una dieta corretta. In particolare è importante il rapporto tra omega-6 e omega-3; la dieta occidentale, soprattutto per la presenza di molti cibi industriali, ha un altissimo contenuto di omega-6, e uno scarso contenuto di omega-3, con rapporti anche di 20:1. In una dieta sana, il rapporto dovrebbe essere molto più basso (tipo 3 o 4:1).

Gli alimenti più ricchi di omega-3 sono i pesci “grassi” (salmone, sgombro etc.) e alcuni vegetali, in particolare le noci e i semi di lino, oltre ai cavoli….i cavoli? Ecco spiegato il mistero: la colza è della famiglia delle Brassicacee, cioè… dei cavoli!

Infatti l’olio di colza è un olio alimentare ad alto contenuto di omega-3, circa il 10% del totale; per fare dei paragoni, l’olio di oliva contiene poco più dell’1% di omega-3, mentre l’olio di lino stacca tutti con un poderoso 60%!

Quindi la maniera più rapida per integrare gli omega-3 nella dieta è di usare una piccola quantità giornaliera di olio di lino, da mescolare all’olio di oliva; l’olio di lino però è molto deperibile e non è adatto per cucinare (il cosidetto “punto di fumo” è appena sopra i 100°), e quindi serve un altro olio sempre ricco di omega-3 che sia adatto anche a cucinare.

Non lo conoscete? Ma è l’olio di colza! Rimane un dubbio atroce: ma sa davvero di cavolo? Vi confesso che, aprendo la prima bottiglia di “extra-virgin rapeseed oil” biologico e pressato a freddo, un certo odorino inconfondibile di broccoli mi ha colpito, ma forse ero suggestionato dalle scoperte sulla nuova pianta di colza….. In realtà, dopo aver cucinato diverse ricette, molte delle quali di torte, vi posso dire che la resa è ottima, e dopo la cottura non rimane nessuna traccia che possa legare la vostra gustosa tortina a un grande cavolo cappuccio!

Se volete documentarvi, qui ci sono due articoli sugli acidi grassi essenziali (EFA); il primo è preso dal sito della Matthew’s Friends, l’autrice è la Dottoressa Elisabeth Neal:

Healthy oils

Il secondo tratta degli EFA nella dieta vegetariana, ma contiene notizie comunque interessanti sul rapporto corretto tra omega-6 e omega-3:

EFA

images… un’ultima cosa: qualcuno di voi ha bisogno di due litri di olio di vinacciolo?Claim12Centrato

KETOGOURMET presenta: Maiale zucchine e funghi!!

Continua la serie dei pranzetti a base di carne, con una variazione a base di maiale che dà un sapore molto interessante. Una piccola aggiunta di un olio di lino aiuta il corretto bilanciamento tra acidi grassi omega-6 e omega-3, mantenendo il gusto al livello del vostro Ketogourmet. Non vi resta che provare: scaricate qui la ricetta: MaialeZucchineFunghi P1060794 il risultato dovrebbe essere questo… ClaimRicette2

Cronaca del nostro fine settimana chetogeno!

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Durante i primi mesi di dieta di vostro figlio, sarà talmente impegnativo prepararare i pasti, che l’idea di mangiare fuori casa vi sembrerà assurda.

Ma ecco che allo scoccare del fatidico quarto mese comincerete a sentirvi sicuri: è arrivato il momento della prima sortita!

Una volta rotto il ghiaccio, sarete in grado di andare a pranzo fuori, organizzare gite e pic-nic…con la dietapotete fare tutto quello che vi verrà in mente di fare, e anche di più!

Ecco un piccolo diario del nostro scorso fine settimana (chetogeno).

Si parte il sabato con un pranzo di bambini…si avete capito bene, abbiamo invitato a pranzo i compagni di scuola di Martino. Non tutti i bambini hanno lo stesso piatto, ma sono contenti di stare insieme!

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Vostro figlio potrà condividere il momento del pasto con gli altri bambini, certo dovete essere sicuri di controllare le condizioni per non stressarvi troppo; sarà più facile invitare gli amici a casa vostra che andare ospiti; tanto, per una famiglia che amministra una dieta chetogena, preparare dieci coperti non chetogeni è un gioco da ragazzi!

E poi sarà un’occasione per far conoscere agli altri bambini la dieta di vostro figlio, e far capire agli altri genitori che la “diversità” dei cibi di vostro figlio può arricchire la conoscenza e l’esperienza anche dei loro bimbi. VI sorprenderete per la quantità di domande che vi faranno gli altri bambini, e per l’apertura e il rispetto che dimostreranno verso il grande lavoro di vostro figlio.

Si passa ora alla domenica, una classica doppietta italiana:pranzo dalla nonna 1 e merenda dalla nonna 2!

Se avete l’occhio ormai allenato, dovreste riconoscere i cibi: straccetti alle tre cotture per il pranzo e granola per la merenda.

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Prepariamo la parte cruda della ricetta con l’olio in un contenitore a chiusura ermetica, aggiungendo anche la zucchina al vapore; a parte prepariamo la carne cruda, e tre piccoli contenitori con olio per cuocere, la cipolla tagliata e i pomodori a fettine.

Le altre cose che vedete sono la frutta (kiwi), che completa la prescrizione per il pranzo di nostro figlio, il biberon con l’integratore vitaminico (Fruitivits, vedi post….) già pesato, e un tupperware con la granola per la merenda.

Ma c’è soprattutto l’attrezzatura per cucinare in trasferta: padellino da uova e immancabili spatole! Ce la potete fare! Non smettete di immaginare, non farevi rinchiudere dalle difficoltà della dieta, potrete andare a mangiare fuori, in vacanza, a fare una gita, potrete prendere aereo e treno, macchina e traghetto…

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Dovrete essere solo organizzati, l’unica cosa impossibile con la dieta è improvvisare!

Cucinare chetogeno seguendo i gusti di vostro figlio

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Ci sono tante diete chetogene quanti bambini che sono in terapia, non solo perchè ogni prescrizione è diversa, ma anche e soprattutto perchè ogni famiglia ha una cucina diversa. La dieta infatti non può che essere una cucina “di casa”, perchè solo voi potrete preparare il cibo per vostro figlio.

Sarà tutto nuovo, una grande prova, ma voi avrete un vantaggio: conoscete vostro figlio meglio di chiunque altro. Gli piace selezionare i cibi e i sapori, o preferisce dei piatti elaborati con molta salsa? E’ abituato a mangiare diverse portate, o preferisce sbrigarsi con un piatto unico?

E’ venuto il momento di usare il vostro vantaggio per scegliere che tipo di ricette preparerete. Se avete un figlio come il nostro, che tende a scegliere i bocconi preferiti e lasciare tutto il resto, sceglierete di cucinare dei piatti unici, con i diversi ingredienti mescolati. Così ogni boccone avrà la stessa ratio, e se avanza qualcosa, i calcoli saranno più semplici.

In molti libri di ricette chetogene troverete invece esempi di ricette nella quali ci sono diverse “portate”, o nelle quali una parte dei grassi sono serviti sotto forma di bevande (un classico degli americani è il bibitone di panna e acqua, da servire insieme al cibo). Cucinate ricette di questo tipo solo se siete sicuri che vostro figlio finirà tutti i diversi “pezzi” della ricetta.

Ogni famiglia ha i suoi piatti tipici, fatti in maniera particolare: partite da questi piatti (ai quali vostro figlio è abituato), per trasformarli in maniera chetogena. Partite da piccoli “trucchi” per scoprire e costruire insieme al vostro bambino nuovi gusti “chetogeni”. Il nostro Ketogourmet amava le carote ma odiava le altre verdure: siamo partiti dalle carote,  mescolandole ad altre verdure a minor contenuto di carboidrati (come i finocchi). Pur di mangiare le adorate carote, accettava anche i finocchi, e oggi le insalatine sono uno dei migliori alleati della nostra dieta!

La vostra cucina si trasformerà in un laboratorio, e voi sarete un incrocio tra Willy Wonka (quello della fabbrica del cioccolato) e un piccolo chimico: immaginate di cucinare sempre pasticcini, cioccolatini, macaron…. giocate con gli ingredienti, fate piccole variazioni, continui aggiustamenti per arrivare alla perfezione chetogena, ma soprattutto coinvolgete vostro figlio.

Fategli vedere la bilancia e l’attrezzatura speciale dedicata solo a lui, comprategli una bilancia per giocare e dei misurini per pesare, insomma fategli sentire l’importanza e la particolarità della sua dieta.


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E’ IL MOMENTO DI IMPIATTARE! Biscottini

I piatti chetogeni spesso non si presentano molto bene: come direbbe un giudice di Masterchef, spesso sono dei “mappazzoni” tremendi! Curare la presentazione diventa quindi parte della cucina, è importante che ci sia sempre una cura non solo del gusto, ma anche della presentazione dei piatti.

Senza arrivare agli estremi dei genitori che usano coloranti alimentari, ombrellini da cocktail e simili (ce ne sono, ce ne sono…), cercate di comporre sempre dei piatti equilibrati.

Comprate, magari assieme a vostro figlio, piatti, scodelle e bicchieri colorati e allegri che saranno dedicati solamente a lui e alla sua dieta. La sua consapevolezza dei vostri sforzi, compenserà la sua frustrazione di dover mangiare un cibo diverso da quello di tutti gli altri.

Altro acquisto importante, soprattutto per le merende fuori casa: pirottini decorati per biscotti e tortine; non sapete cosa sono i pirottini? eccoli:

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Ci siamo accorti di essere sulla buona strada per mantenere la dieta, quando la cuginetta di nostro figlio fece un terribile capriccio perchè voleva anche lei i biscottini come i suoi, ognuno con il suo pirottino colorato!