10 cose da fare e da sapere all’inizio della dieta chetogena

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Cari amici,

in questi giorni di settembre ci sono tante famiglie che stanno iniziando la dieta chetogena per l’epilessia. Abbiamo pensato perciò di condividere con voi un piccolo vademecum delle cose da fare all’inizio della dieta. O meglio delle cose che sono state importanti per noi.

  • Ordinate uno strumento per misurare la chetonemia nel sangue con le relative striscette. Sarà utile anche quando siete in ospedale, se iniziate in ricovero. A questo link potete trovare quello della Menarini. Potete scrivergli o chiamarli per averlo gratuitamente

http://www.menarinidiagnostics.it/Pazienti

  • Procuratevi una buona bilancia, sarà la vostra compagna di viaggio. Qui sotto trovate il link a una buona bilancia, che misura i decimi di grammo e non si spegne durante la misurazione

http://www.trovaprezzi.it/Fprezzo_elettrodomestici-cucina_tanita_kd_321.aspx

  • Studiate tutto quello che c’è da leggere sulla dieta, confrontatevi con altri genitori con maggiore esperienza
  • Iniziate a studiare i cibi, la loro, composizione, quali sono i cibi più chetogenici. Studiate le etichette dei prodotti alimentari. Iniziate a costruire un vostro archivio dove raccogliete i valori nutritivi dei vari alimenti (calorie, grammi di grassi, proteine e carboidrati per 100 gr di un cibo). La cosiddetta “ratio” (es 2:1 oppure 3:1 o ancora 4:1) consiste nel rapporto tra i grassi e la               somma di carboidrati e proteine e cioè: GRASSI/(CARBOIDRATI+PROTEINE). Ad esempio, in una dieta 3:1, ogni pasto dovrà essere composto da 3 parti di grasso per ogni parte di carboidrati + proteine insieme. A questo link potete trovare i valori nutritivi dei prodotti freschi, gli altri li trovate direttamente    sulle etichette dei cibi confezionati

http://nut.entecra.it/646/tabelle_di_composizione_degli_alimenti.html

Vi tornerà utile segnare queste informazioni sul computer, noi utilizziamo un file excel

  • Chiedete al vostro dietista qual è il fabbisogno di vostro figlio. La quantità di calorie giornaliere, i grammi di grassi, proteine e carboidrati che deve assumere ogni giorno. E anche come distribuirli durante la giornata. Vi sarà chiaro così quante calorie, grammi di grassi, carboidrati e proteine dovrà prendere per ogni pasto.
  • Prendete precisi accordi con il vostro dietista. Decidete insieme come inviargli una relazione sull’andamento della dieta, e quando il dietista vi risponde con eventuali variazioni alla dieta. Noi ad esempio ci siamo organizzati cosi. Il lunedì mattina madiamo alla dietista una relazione sull’andamento della dieta (con la descrizione di quello che ha mangiato ogni giorno,la rilevazione della chetonemia, il diario di eventuali crisi). La dietista si impegna a risponderci nella stessa giornata del lunedi. In questo modo la dietista può “aggiustare il tiro” sulla base delle informazioni che noi le mandiamo.
  • Chiedete un numero di emergenza da chiamare in caso di necessità. Ad esempio per sapere cosa fare la prima volta che vostro figlio ha una influenza. Oppure le prime volte che vi trovate ad affrontare cose successivamente gestibili da soli (chetonemia troppo alta, rifiuto del cibo)
  • Informate amici, parenti e scuola che vostro figlio sta facendo questa dieta e rendeteli partecipi di questa grande avventura. Anche loro potranno imparare tante cose ed essere orgogliosi di aver contribuito alla cura di vostro figlio
  • Preparate la casa. Mettete pane, biscotti e altri cibi che vostro figlio potrebbe desiderare, nei ripiani più alti. Noi all’inizio abbiamo rinunciato a portare la pastasciutta in tavola per noi. Poi vedrete che non sarà più necessario perché vostro figlio diventerà il vostro primo alleato nella dieta
  • Prima dell’inizio della dieta, fatevi dare dal vostro dietista delle ricette e provate a prepararle; costruitevi una piccola scorta di piatti che pensate potranno piacere a vostro figlio


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Le risposte di Elizabet Neal / 3

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Ecco le ultime risposte  della Dottoressa Neal alle domande di KETOGOURMET, su alcuni aspetti nutrizionali molto importanti nella dieta chetogena.

Elizabeth Neal è autrice di uno dei più completi manuali sulla dieta, rivolto principalmente ai dietisti, ma di grande aiuto anche per le famiglie. (lo trovate qui: Libro Neal).

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8) Nella dieta chetogena, c’è un bilanciamento ottimale tra grassi animali e vegetali?

I grassi consistono di molecole di acidi grassi, costituire da catene di atomi di carbonio; a seconda della struttura di queste catene, gli acidi grassi si dividono in saturi, monoinsaturi e polinsaturi. Gli acidi grassi saturi si ottengono da fonti animali, mentre i grassi estratti dai vegetali tendono ad essere insaturi; l’olio di oliva è la fonte primaria di grassi monoinsaturi.

Anche se il consumo massiccio di grassi saturi è stato associato ad un aumento del rischio di malattie cardiovascolari, non c’è un rapporto ideale tra grassi saturi e insaturi nella dieta chetogena, e noi raccomandiamo di includere nella dieta una varietà di fonti di grassi diversi.

Nei bambini che hanno livelli di grassi nel sangue troppo alti, analizziamo in dettaglio la dieta e, se possibile, sostituiamo una parte delle fonti di grassi animali con grassi di origine vegetale, per autare a regolarizzare i livelli metabolici.

9) Quanto importante è il ruolo degli acidi grassi essenziali nella dieta?

Gli acidi grassi essenziali sono necessari per la nostra salute, ma non possono essere prodotti dal corpo umano da nessun degli altri acidi grassi contenuti nella dieta. Ci sono due classi di acidi grassi essenziali: omega3 e omega-6. Entrambi hanno un ruolo sia nel mantenere equilibrata la crescita, che nello sviluppo, anche del cervello, e sono componenti importanti delle membrane cellulari del nostro corpo.

Le quantità e il rapporto tra omega-3 e omega-6 in una dieta sono importanti nel mantenere una salute ottimale. E’ largamente accettato che la dieta praticata nei paesi occidentali tenda ad essere troppo ricca in acidi grassi essenziali omega-6 rispetto agli omega-3, ed è proprio questo squilibrio che può aumentare il rischio di malattie cardiovascolari e di altro tipo.

Anche se non ci sono evidenze scientifiche che leghino l’assunzione di specifici acidi grassi essenziali direttamente al controllo delle crisi epilettiche durante una dieta chetogena, è importante assicurare un buon rapporto tra acidi grassi essenziali omega-3 e omega-6.

Questo risultato può essere raggiunto variando i tipi di olio usati nella dieta, e includendo cibi ricchi in omega-3 come pesci grassi, verdure a foglia verde scura, noci e semi.

10) E’ necessario avere in mente le qualità nutritive delle diverse proteine nella dieta, o tutte le proteine si equivalgono?

Le proteine sono macronutrienti formati da lunghe catene di aminoacidi. Gli esseri umani possono produrre solo la metà degli aminoacidi dei quali il loro corpo ha bisogno, mentre il resto (aminoacidi essenziali) deve essere fornito dalla dieta; per questa ragione la composizione degli amino acidi di una proteina è una parametro di primaria importanza nutrizionale; questo parametro si può definire il “valore” di una particolare proteina.

Una proteina con un alto valore biologico conterrà le quantità necessarie di tutti gli aminoacidi essenziali. Se un bambino segue una terapia chetogenica classica, la prescrizione della quantità di proteine sarà vicina al minimo necessario per assicurare una crescita sana, e dunque è importante considerare anche la qualità delle proteine.

Le fonti animali di proteine, per esempio carne, pesce, uova e formaggi, sono di un valore biologico più alto, e sono quindi molto importanti nella dieta.

Se un bambino non assume nessuna di queste fonti di proteine, è ancora possibile di coprire il fabbisogno di tutti gli aminoacidi essenziali, ma la quantità delle proteine prescritta dovrà essere maggiore, per tener conto delle differenze nella digestibilità e permettere di raggiungere le necessarie quantità di aminoacidi essenziali da una grande varietà di proteine vegetali.
Bisogna anche tenere conto dei contenuti in carboidrati di queste fonti proteiche vegetali, per esempio fagioli e piselli, che li può rendere difficili da includere in una dieta con una ratio chetogenica molto stretta.


GRAZIE a ELIZABETH NEAL da KETOGOURMET e da tutti coloro che ci seguono!



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Le risposte di Elizabet Neal / 2

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Continuano le risposte della Dottoressa Neal alle domande di KETOGOURMET; questa seconda serie è dedicata in particolare al ruolo delle famiglie e al rapporto con il dietista e il team medico.

Attualmente la Dottoressa Neal fa parte del team medico specialistico della clinica Matthew’s Friends di Lingfield, Surrey (Matthew’s Friends). Questo centro è uno dei pochi in Europa specializzato nelle terapie trattamenti chetogenici (tutti i tipi di diete sono seguiti), per l’età pediatrica ma anche per adolescenti e adulti.

Per scaricare una breve biografia di Elizabeth Neal, cliccate qui (Elizabeth Neal)

4) Nel rapporto con il dietista, di che tipo di sostegno hanno bisogno le famiglie?

Il dietista ha bisogno di essere regolarmente in contatto – via telefono o e-mail – con le famiglie tra una visita ambulatoriale e l’altra, in particolar modo durante le prime fasi della dieta;  le famiglie hanno invece bisogno della sicurezza di poter aver accesso a tutto il supporto del quale hanno bisogno, da parte del dietista o di altri membri del team medico.

Questo canale di comunicazione renderà facile l’individuazione dei problemi, e possibile incoraggiare e consigliare le famiglie, con piccoli trucchi per aiutare la gestione della dieta, nuove idee per le ricette e aiuto nella gestione delle piccole malattie che si possono presentare.

E’ essenziale che le famiglie e i dietisti lavorino assieme per assicurare la gestione ottimale della dieta chetogena. Le famiglie sono invitate a registrare le crisi epilettiche, i livelli di chetosi, il peso e ogni altro cambiamento significativo, per esempio nel comportamento, nonché l’uso di medicinali di emergenza o il cambio di attività.

I contatti regolari e una precisa e costante osservazione delle famiglie, metteranno in grado il dietista di elaborare l’appropriato fine-tuning della dieta.

5) Quanto importante è il ruolo delle famiglie nella dieta?

E’ basilare che le famiglie capiscano la necessità di osservare scrupolosamente tutte le restrizioni della dieta, prima ancora di far iniziare la terapia chetogenica al proprio figlio. Tutti i membri della famiglia e tutti quelli che assistono il paziente, devono essere motivati ad aiutare il bambino a seguire la dieta, in modo da dare al trattamento chetogenico la migliore possibilità di successo.

6) Quali sono le cose più importanti che una famiglia può fare prima di iniziare la dieta?

Per sfruttare nella maniera migliore il periodo di prova della dieta, è basilare che tutti i membri della famiglia si dedichino al successo della terapia.

Prima di iniziare la terapia alimentare, ognuno deve avere l’opportunità di chiarire le proprie aspettative, mettere in comune le sue preoccupazioni e le sue paure, e tutti devono essere sicuri di essere pronti ad iniziare la dieta.

Può succedere che nell’ambiente familiare o di lavoro ci siano delle complicazioni che rendono consigliabile di ritardare l’inizio della dieta, fino a che la famiglia si senta sicura di poter assumere la responsabilità di iniziare il trattamento.

La famiglia deve discutere con il team medico ogni tipo di difficoltà relativa al rapporto con il cibo, sia di tipo alimentare che comportamentale, poiché queste difficoltà possono rendere più complicato seguire la dieta, e dovrebbero essere trattate e risolte prima di iniziare la terapia chetogenica.

Prima di iniziare la terapia chetogenica è opportuno costruirsi scorte dei cibi che saranno più usati nella dieta, e provare a preparare delle ricette chetogene. Molte famiglie usano specifici programmi per computer per calcolare la dieta chetogena, in particolar modo una volta che la dieta si sia stabilizzata.

Una volta iniziata la dieta, raccomandiamo un minimo di tre mesi di trattamento, per avere il tempo sufficiente di costruire una prescrizione precisa e svolgere l’opportuno fine-tuning.

Trascorso questo periodo di tempo, se la dieta non dovesse avere effetto, le famiglie avranno almeno la certezza di aver fatto del loro meglio e potranno abbandonare la dieta e provare un diverso trattamento.

7) Quali sono le cose più importanti che una famiglia deve fare per mantere la dieta per un lungo periodo di tempo?

Ho già sottolineato l’importanza di annotare con precisione tutti i parametri della dieta; il monitoraggio costante e il confronto con il team chetogenico faranno sì che la prescrizione della dieta sia ottimale nel controllo delle crisi e sicura. Durante la dieta, sono essenziali le visite di controllo (ogni 3/6 mesi), che includeranno un set completo di analisi del sangue, per controllare diversi parametri biochimici e nutrizionali.

I bambini variano nella loro risposta ad una terapia chetogenica protratta nel tempo: alcuni saranno molto soddisfatti con poche e semplici ricette, altri avranno bisogno di maggiore varietà e creatività culinaria per rimanere costanti nell’accettare il trattamento. Molte famiglie trovano utile confrontarsi con i gruppi di supporto in rete, per scambiarsi idee e consigli pratici.


GRAZIE a ELIZABETH NEAL da KETOGOURMET e da tutti coloro che ci seguono!



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Cos’è possibile fare seguendo la dieta chetogena? TUTTO!!

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Vogliamo condividere con voi alcune nostre esperienze di questi giorni, per dare coraggio a tutti quelli che devono iniziare la dieta e hanno paura che condizionerà in maniera troppo pesante la loro vita, e dare sicurezza a chi la dieta la sta già affrontando giorno dopo giorno!

P1070160 copiaCominciamo da un pranzetto informale, sotto una pergola, senza grosse difficoltà; unico consiglio: portate con voi tutto il necessario, soprattutto i vostri keto-utensili! (qui il link al nostro post sugli attrezzi essenziali: ketoessentials)

Un’occasione più formale? Eccola!

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cloche1In questa occasione, il coperchio della nostra vaporiera (che viaggia sempre con noi), si è rivelato una “cloche” degna del room service di un albergo a cinque stelle, e ci ha permesso di portare dalla cucina alla tavola, senza raffreddarlo, il menù chetogeno della serata!

Vogliamo passare ad una cena più in contatto con la natura, tipo campeggio all’aperto, magari intorno ad un grande fuoco? Ce l’abbiamo!

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La fortuna un questo caso è stata avere un fantastico forno industriale a pochi minuti di cammino, dove preparare il pentolino di zucca!

Vogliamo parlare del gelato con i compagni, per festeggiare la fine della scuola?   Ecco la cronaca istante per istante della prima cucchiata:

Qui il virtuosismo non è stato tanto  fare il gelato (lo confessiamo, abbiamo una gelatiera!), quanto di gestire il trasporto in tempo reale da casa al bar, con doppio travaso, pesatura virtuosistica con tempi da pit-stop di formula 1, borsa frigo con doppio ghiaccino, viaggio in motorino…il tutto con una temperatura esterna di 34°!!!!

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A proposito di caldo, per quelli di voi che sono già al mare, ecco un perfetto menù da spiaggia libera: crocchette di pollo e insalatina di carote!


Potete preparare le crocchette in grandi quantità e tirarle fuori dal freezer: in pochi minuti saranno pronte; aggiungete l’insalatina di carote, e siete pronti per un bel pranzetto al mare..

Insomma, vi dovrete dar da fare, ma riuscirete a fare tutto quello che vorrete! Mandateci le vostre esperienze!
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La Dottoressa Elizabeth Neal di Matthew’s Friends risponde alle domande di KETOGOURMET!

Claim12CentratoElizabeth Neal, una delle massime esperte internazionali della dieta chetogena, ha accettato di rispondere alle nostre domande sulla dieta!

La Dottoressa Neal, dietista ricercatrice, è stata co-autrice di alcuni dei più importanti studi scientifici che all’inizio degli anni 2000, hanno definitivamente sancito la validità scientifica dei trattamenti chetogenici nel contrasto delle epilessie farmacoresistenti ( Neal 1,  Neal 2).

Uno dei bambini trattati nel corso del primo trial è stato Matthew, e proprio l’esperienza della dieta ha spinto Emma, la mamma di Matthew, a fondare la Matthew’s Friends. Questa organizzazione inglese, attivissima nella diffusione dei trattamenti chetogeni, ha anche un centro di eccellenza specializzato a Lingfield.

E’ un grande onore per noi ospitare le risposte di questa eccezionale esperta, e speriamo siano utili a tutti coloro che seguono il nostro blog.

04-column1) Quali sono stati gli sviluppi più significativi nell’approccio alla dieta chetogena in questi ultimi anni?

Anche se la tradizionale Dieta Chetogenica “classica” e la dieta MCT sono ancora molto usate, negli ultimi anni sono numerosi i bambini che hanno beneficiato dell’approccio meno restrittivo di terapie chetogeniche più recenti , come per esempio la Dieta Atkins Modificata (MAD, controllo stretto dei carboidrati ma proteine e apporto calorico liberi) e della dieta del basso indice glicemico (LGIT, più abbondante consumo di carboidrati, ma scelti solamente tra quelli a basso indice glicemico). Queste terapie chetogene sono particolarmente indicate per bambini più grandi, per gli adolescenti e anche per gli adulti; un numero crescente di studi scientifici ha ottenuto risultati molto positivi riguardo all’efficacia di questi nuovi trattamenti.

2) Qual è secondo lei la maniera migliore per iniziare la dieta?

Tradizionalmente tutte le diete chetogene venivano iniziate in ospedale dopo un periodo di digiuno, ma nessuno studio scientifico ha dimostrato che questo approccio abbia benefici in termini di controllo delle crisi epilettiche; inoltre la maggior parte delle famiglie preferirebbero senza dubbio iniziare la dieta a casa. L’ospedalizzazione può tuttavia essere necessaria per i bambini molto piccoli, o per pazienti che hanno bisogno di essere monitorati più strettamente.

Prima di iniziare la terapia, è fondamentale che i genitori e chi si occupa del bambino ricevano un training completo e accurato, e che siano in stretto contatto con il team medico. Di regola le diete chetogene sono iniziate in maniera graduale, con un lento aumento o del rapporto chetogenico (per la dieta classica), o della dose di MCT (per la dieta MCT), in relazione con diversi parametri del paziente, come tolleranza verso la terapia, chetosi e controllo delle crisi epilettiche.

3) Come si può personalizzare la dieta e renderla unica per ogni paziente?

Per personalizzare (fine-tune) una terapia chetogenica, si introducono specifici e controllati cambiamenti nella prescrizione della dieta, con lo scopo di massimizzare il beneficio della dieta nel controllo delle crisi epilettiche. Noi raccomandiamo di pesare regolarmente i bambini, in quanto la prescrizione energetica (quantità di Kcalorie che il bambino deve consumare quotidianamente), deve essere frequentemente modificata.

Il livello ottimale di chetosi per il controllo delle crisi epilettiche varia da individuo a individuo; questo livello può essere determinato durante il processo di fine-tuning aumentando o diminuendo la prescrizione di cibi che inducono la chetogenesi (grassi), o che la contrastano (carboidrati). Sarà poi necessario adattare il fabbisogno di proteine, vitamine e minerali all’età del paziente e alle variazioni della dieta.

Un cambio di abitudini (andare in vacanza, iniziare uno sport), può rendere necessaria una variazione della distribuzione della dieta nel corso della giornata, cambiando il numero dei pasti o delle merende.


GRAZIE ALLA DOTTORESSA NEAL PER LE SUE RISPOSTE!


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Il racconto di una giornata con le keto-famiglie a “Fiorano for Kids”

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Ieri sono stata in un luogo splendido, la Fattoria di Fiorano, per portare la mia esperienza ad un incontro con le famiglie di bambini che seguono la dieta chetogena per l’epilessia.

L’incontro è stato organizzato dall’Ospedale Bambin Gesù e da “Fiorano For Kids”, un’associazione di famiglie legate al mondo del vino che ha deciso di sostenere la ricerca sul ruolo terapeutico delle diete chetogene nella cura dell’epilessia infantile. Se siete curiosi, andate a vedere il loro sito http://www.fioranoforkids.it

Con il professor Vigevano, direttore del Dipartimento di Scienze Neurologiche del Bambin Gesù, erano presenti neurologi e dietisti che si occupano della dieta chetogena, insieme a tante mamme e papà con i loro bambini.

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Quello che mi ha colpito, è stato l’approccio con cui il professor Vigevano ha dato il via all’incontro. Orientato a capire quello che funziona e quello che invece va migliorato, per ottenere un tasso di risposta alla dieta, paragonabile a quello dei migliori centri del mondo.

Ho raccontato la storia di Martino che, grazie alla dieta chetogena, è completamente libero da crisi da un anno e mezzo.

E poi ho voluto dire – soprattutto rivolta ai medici – quello che per noi è stato essenziale avere da parte di chi ci segue, per ottenere il massimo dalla dieta:

strumenti informatici  per poter calcolare le ricette sulla base dei gusti del proprio figli

– un numero di emergenza da chiamare in caso di imprevisti (chetonemia troppo alta, cosa fare in caso di una influenza intestinale..)

– un sistema di monitoraggio che consenta alle famiglie di riportare l’andamento settimanale della dieta (i dati sui nutrienti effettivamente assunti dal bambino, incrociati con i valori di chetonemia), e di ricevere nel giro di un giorno le indicazioni per i necessari aggiustamenti.

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Ci sono state domande molto interessanti da parte dei genitori e tanta partecipazione. Dal confronto, è emerso in modo chiaro che senza un programma per calcolare le ricette le famiglie non riescono a preparare molti cibi (come ad esempio biscotti e tortine che proponiamo su questo blog) che potrebbero aiutare a rendere la dieta più gradevole e quindi praticabile.

E’ venuta fuori una richiesta di cambiamento da parte delle famiglie, che mi sembra sia stata accolta con apertura da parte degli organizzatori. Sono certa che con l’aiuto di tutti – incluso quello che possiamo fare con il nostro blog – riusciremo a far si che tutte tutte le famiglie possano avere quello che serve per poter fare al meglio quest dieta.

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Ecco la seconda parte delle risposte della dottoressa Sue Wood alle domande sulla dieta chetogena per adolescenti e adulti.

6) La dieta chetogenica può essere efficace contro ogni tipo di epilessia?

Sì, la dieta può indurre cambiamenti positivi e miglioramenti notevoli in ogni tipo di crisi epilettiche. Non è tanto il tipo di epilessia che conta, ma se e come il bambino o l’adulto rispondono alla terapia chetogenica.

Purtroppo al momento non abbiamo nessuno strumento per sapere in anticipo se un paziente risponderà o meno alla dieta. Un programma attentamente controllato e individualmente calibrato  di dieta chetogenica della durata di tre mesi è l’unica maniera di capire se e come il paziente risponde alla dieta.

7) Quanto tempo è necessario per capire se la dieta è efficace in un determinato paziente?

Tra quelli che rispondono bene alla terapia chetogenica, alcuni possono manifestare segni di maggiore presenza e miglioramenti nelle crisi epilettiche anche durante la prima settimana, mentre altri possono aver bisogno di tre mesi per arrivare agli stessi segni. E’ impossibile da prevedere.

Come risultato della terapia chetogenica, alcuni pazienti possono anche sviluppare crisi epilettiche più forti o più frequenti. Questo fenomeno può essere temporaneo, ma se dovesse persistere, vuol dire che la terapia chetogenica non è un trattamento appropriato per quel determinato paziente, e sarà quindi interrotta.

8) E’ possibile seguire la dieta per molti anni?

Sì, ma la dieta deve essere comunque sempre supervisionata da un team medico, e la biochimica del sangue  (fegato, reni, stato delle ossa e nutrizione generale) deve essere controllata dal team medico su base annuale.

9) Per ottimizzare l’efficacia anticonvulsiva della dieta, esiste un livello ideale di chetosi?

No, non esiste un livello di chetosi che può assicurare una risposta ottimale in tutti i pazienti; per alcuni pazienti, livelli molto bassi di chetosi (chetonemia minore di 1 mmol/l) sono sufficenti per liberarsi completamente dalle crisi epilettiche, mentre per altri pazienti possono non esserci benefici di nessun tipo anche con  livelli di chetosi di 4 o 5 mmol/l. La risposta è molto individuale.

La dieta chetogenica innesca un cambiamento nella biochimica del cervello che va oltre la produzione di chetoni. Purtroppo ad oggi non capiamo ancora in maniera sufficentemente chiara questo meccanismo.

10) Gusti personali o preferenze per determinati cibi prima di iniziare la dieta, possono essere dei segnali che la dieta stessa sarà più o meno efficace?

Come ogni altra medicina, la dieta chetogenica può essere efficace solamente se viene consumata! Se un adulto o un bambino mangia volentieri una varietà di cibi che possono essere utilmente impiegati in una dieta chetogenica, allora sarà più facile che l’accettazione dei pasti e delle merenda chetogeniche sia buona.

Se un bambino o un adulto vuole mangiare solo pane, patate e pasta e non mangia volentieri carne, pesce e verdure, allora sarà necessario un grande lavoro per introdurre gradualmente questo primo cambiamento nelle abitudini alimentari, prima ancora di iniziare il trattamento chetogenico vero e proprio. In questo senso le preferenze alimentari possono rendere la dieta più semplice, ma non danno indicazioni dirette sull’efficacia che avrà o meno la dieta stessa


Potete trovare un breve curriculum di Sue Wood qui: Susan Wood

Questo è il link alla clinica Matthew’s Friends Clinic for Ketogenic Dietary Treatements di Lingfield: Lingfield


 GRAZIE a SUE WOOD da KETOGOURMET!


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La dieta chetogena per adolescenti e adulti: le risposte della dottoressa Sue Wood

Claim12CentratoLa Dottoressa Sue Wood, della Matthew’s Friend Clinic for Ketogenic Dietary Treatements di Lingfield, ha risposto alle domande sulla dieta chetogena che molti di voi ci hanno inviato attraverso il blog o Facebook! Queste sono le prime 5 domande, a breve pubblicheremo le altre.

1) L’età del paziente influisce sul tipo di dieta chetogenica da seguire?

La decisione dipende principalmente dallo stato generale di salute dell’adolescente o adulto, nonché dalla situazione familiare, tenendo in considerazione diversi fattori:

  • Il paziente può mangiare normalmente? Se sì, tutti i tipi di dieta possono essere presi in considerazione.
  • Il paziente è nutrito interamente con il sondino? In questo caso, viene generalmente usata una dieta chetogenica classica, con una ratio che assicuri la risposta ottimale per il paziente.
  • Il paziente è nutrito parzialmente con il sondino? Anche in questo caso, è generalmente consigliabile usare una dieta chetogenica classica, strettamente misurata. In questo modo, sia i pasti solidi che quelli liquidi possono essere calcolati per apportare le stesse quantità di proteine carboidrati e grassi, permettendo una maggiore flessibilità.
  • Se il paziente ha necessità di assistenza, quante sono le persone coinvolte? Maggiore è il numero di persone coinvolte nell’assistenza, più difficile risulta il controllo del trattamento chetogenico. Per questo motivo, quando l’assistenza è controllata dalla sola famiglia, è possibile provare anche i trattamenti meno controllati come la dieta Atkins modificata o la dieta a basso indice glicemico. Se invece ci sono più persone coinvolte nell’assistenza, allora è consigliabile la dieta classica che, con le sue ricette molto dettagliate, mette in grado tutti i responsabili di sapere esattamente come comportarsi.

2) Qual è la situazione in Europa riguardo la possibilità per adolescenti e adulti di accedere ai trattamenti chetogenici?

L’acceso per gli adulti è purtroppo ancora limitato in ogni parte del mondo, questo perchè l’esperienza clinica nel fornire terapie chetogeniche è molto limitata e di solito si trova unicamente nei gruppi ospedalieri di neurologia pediatrica.

3) Se un adulto o una famiglia di un adolescente volesse discutere l’opzione della dieta chetogenica con un team specializzato, dove possono essere indirizzati?

La cosa migliore è farsi guidare come prima cosa dal neurologo e dottore di fiducia; se questi non possono o non vogliono dare assistenza, chiedete loro quale altro medico o centro raccomandano. Chiedete loro se sono disposti a lavorare assieme a un gruppo che può trattare adolescenti o adulti. Personalmente non conosco centri al di fuori dell’Inghilterra che si occupino in particolare del trattamento di adolescenti o adulti.

4) In maniera particolare per gli adolescenti, ci sono interazioni note tra dieta chetogenica e ormone della crescita?

E’ essenziale che tutti i bambini sottoposti ad una dieta chetogenica siano strettamente e frequentemente controllati nella loro crescita (peso e altezza). In questo modo la prescrizione della dieta può essere adattata ogni qual volta sia necessario, per ottimizzare la crescita e segnalare qualunque problema possa presentarsi.

5) Può indicarci gli studi più significativi sulla dieta chetogenica per adolescenti e adulti?

Potete scaricare una lista degli studi qui: Adult references May 2015


GRAZIE A SUE WOOD PER LE SUE RISPOSTE!

Questo è il link alla Matthew’s Friends Clinic di Lingfield, dove opera la Dottoressa Wood, specializzato in trattamenti chetogenici per tutte le età: Lingfield


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Sue Wood di Matthew’s Friends risponderà alle nostre domande sulla dieta chetogena anche per gli adulti

La dottoressa Sue Wood, dietista di Matthew’s Friends – centro di eccellenza in Europa per la dieta chetogena (o chetogenica) – ci ha confermato la sua disponibilità a rispondere alle nostre domande!

Sue Wood, è una delle poche dietiste in Europa con una esperienza specifica nel trattamento delle epilessie attraverso i trattamenti chetogeni, anche nei ragazzi più grandi e negli adulti.

Abbiamo la possibilità di fare alla dottoressa Wood alcune domande di carattere generale sull’efficacia della dieta e sulla sua applicazione. La dottoressa Wood, per correttezza, ha specificato che non potrà dare indicazioni cliniche/individualizzate.

E’ importante ricordare a tutti che la dieta chetogena deve essere sempre prescritta e gestita da medici e dietisti specializzati. La dieta deve essere individualizzata sulla base delle esigenze specifiche del singolo, e non può essere fatta senza una supervisione medica.

Questa è una prima lista di domande che vorremmo fare alla dottoressa Wood:

1) Ci sono studi/esperienze, che confermano l’efficacia della dieta chetogena (o chetogenica) anche nei bambini più grandi e negli adulti?

2) I trattamenti chetogeni sono numerosi: dalla dieta chetogena alla dieta a Basso Indice Glicemico, fino alla dieta Atkins Modificata. Quanto conta l’età del paziente nella scelta del tipo di dieta?

3) Per quali tipi di epilessie può essere indicata la dieta chetogena?

4) Quanto è diffusa in Europa l’applicazione della dieta anche per adolescenti e adulti?

5) Dove possono rivolgersi adulti o genitori di adolescenti interessati alla dieta chetogena?

Fateci avere le vostre domande generali sulla dieta per adolescenti e adulti e le aggiungeremo alla lista!

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